A seguito del mio articolo sul Paesino, e grazie alla disponibilità di don Giancarlo e del signor Prata, archivista della parrocchia, ho potuto visionare con attenzione una immagine rarissima e per me straordinaria, risalente al 25 gennaio 1903:
A colpo d’occhio mi risulta difficile riconoscere il mio paese; la torretta merlata posta sullo sfondo, al centro, mi aiuta: si tratta della torre presente nel cortile di villa Boschi. La mura a destra, sotto agli abeti, è ancora oggi uguale: delimita il lato nord di via Ungarella, al confine col parco della villa. In alto a sinistra, nascosta dietro ai rami, ecco la ciminiera che già mi aveva incuriosito.
Ma tutto il resto? A parte l’insolito edificio, il “Molino a vapore”, cos’è quella folla incredibile? Non ho mai visto nulla di simile, a Baricella!
Guardando bene i dettagli, noto la varietà dei copricapi, quasi tutti maschili: c’è anche un colbacco:
Al margine sinistro trovo un bel lampione a gas:
La folla riempie ogni spazio, c’è chi si spinge a correre qualche rischio pur di stare in prima linea:
Si tratta di un comizio. Ecco il palco, le bandiere, l’oratore in piena azione:
Questa foto mi interessa sotto più punti di vista: del “mulino” so che più o meno si trovava nella zona compresa tra via Ungarella e l’attuale negozio “Despar”, ma credevo fosse situato più a ovest, verso il fondo dello stradello parallelo a via Ungarella. La foto mostra anche che esso affacciava su una piazza: non esisteva quindi nessun edificio tra il palazzo del Municipio ed il mulino. Mi chiedo quando siano stati costruiti gli edifici che oggi ospitano l’ufficio postale ed il bar.
Il lampione visibile a sinistra mi aiuta a situare il punto di ripresa: la parete su cui è affisso non è visibile, poichè la fotografia è stata scattata da un punto allineato col piano della parete. Mi par di capire che il lampione fosse collocato sul lato nord dello stabile di via Roma 199, (il negozio Despar) e deduco quindi che la ripresa sia stata effettuata dalla finestra al primo piano dello stabile di via Roma 70, proprio sopra la porta di ingresso.
Ho fatto questi due montaggi, giusto per chiarire la mia ipotesi (grazie Google maps!):
Oltre all’aspetto topografico, c’è ben altro in questa fotografia: per esempio quella didascalia in bella calligrafia, di che parla? Ma la Democrazia Cristiana non l’aveva fondata don Sturzo nel 1942? …e la “nostra” foto è del 1903! Mi sconcerto da solo per la mia ignoranza, ma grazie a san Google trovo qualche chiarimento. Chi fosse interessato a conoscere il quadro politico degli anni a cavallo tra ‘800 e ‘900 troverà un bel sunto qui.
A questo punto, resta un mistero: chi era quell’oratore barbuto, in grado di riempire fino allo straripamento la piazza del mulino?
e qui la storia si fa interessante…
/segue/
ancora!
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🙂 mi ci vuole ancora un po’di tempo, ma vedrai che bella storia. Grazie per l’incoraggiamento
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Che immagine suggestiva ! Indaga indaga aspettiamo il seguito .
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Grazie Anto, vedrai il resto della storia…
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il fabbricato con la scritta molino a vapore è lo stesso che oggi ospita l’ufficio postale e la parte posteriore del bar; la parte anteriore del bar, che delimita con la parete nord la Via Ungarella, ha sostituito la piccola officina Baratta esistita fino ai primi anni cinquanta; successivamente, con l’ennesima ristrutturazione, nacque il famoso bar-tabaccheria Franchini che fino allora era insediato nell’attuale Despar.
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Grazie Luciano, mi confermi nelle mie deduzioni.
Sai niente della ciminiera che si vede più indietro?
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